
Clan "Fenice"
Il “Clan” è l’ultima delle tre branche del gruppo scout di Presicce1, composta da ragazzi di età compresa tra i 16 e i 21 anni. Si è aperta nel 2011, dopo la branca dei “Lupetti” e quella del “Reparto”.
L’attuale Clan presiccese è costituito da dieci ragazzi e due capi adulti, Lucia Pepe e Vito Galilei, cui spetta il compito di educare i “Rover” e le “Scolte” - questi i nomi per un ragazzo e una ragazza scout nel Clan – ai principi della strada, della comunità, del servizio e della fede. Parlando di “Strada”, non indichiamo il successo o la carriera, ma la fatica e l’impegno necessari a conseguire un determinato obbiettivo. La volontà è la forza più grande che l’uomo può esercitare, e uno scout lo impara percorrendo lunghi percorsi durante la “Route”, il viaggio estivo del Clan. La comunità, invece, è ciò che nasce trascorrendo il proprio tempo con chi ha gli stessi ideali; diventa quindi condivisione di esperienze, dubbi, incertezze e gioie.
È un elemento fondamentale per conoscere se stessi attraverso il rapporto e il dialogo con gli altri.
Il servizio è il terzo punto dell’educazione scout, ed è anche l’attività più utile che il Clan offre alla società perché significa, appunto, donarsi gratuitamente a chi ha bisogno, senza aspettare che la richiesta d’aiuto venga lanciata ma al contrario, andando a cercarla.
È, inoltre, il suo elemento distintivo, perché la nostra è l’unica branca scout in cui noi ragazzi, più maturi, cominciamo ad essere indicati a questo stile di vita. Infine, ultima per ordine, ma non per importanza, c’è la fede, poiché “l’Agesci” è una associazione cattolica e, in quanto tale, quida i giovani verso un cammino cristiano e si propone di attuare concretamente gli insegnamenti del Vangelo. L’esperienza scout è una delle più belle avventure che un ragazzo possa vivere, perché dà un educazione completa, sia spirituale che pratica.
Attraverso i giochi, i campeggi, le discussione e tutte le altre attività proposte dai capi, si impara l’arte dell’arrangiarsi, dell’adattarsi in ogni situazione, si apprende la distinzione tra le cose necessarie e quelle superflue, addirittura quelle senza le quali si vive meglio. Si comprende, insomma, che l’essenziale è invisibile agli occhi.
Paola Cassiano
Tratto da “Speciale Scout” del giornale parrocchiale “Eco della campana”

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